Ciao a tutti!!! Sono appena tornata da Istanbul e penso che per un pò ci distaccheremo da New York per raccontarvi subito tutto quel che ho visto!!! Oggi, però, ho per voi un post insolito....senza immagini....
Si tratta di una delle lettere scritte da Van Gogh al fratello Theo! In aereo ho avuto più tempo da dedicare alla lettura delle "lettere a Theo" e le ho trovate molto interessanti; mi piacerebbe, dunque, condividere con voi le più belle! Questa è una delle prime, scritta dall'artista nell'ottobre del 1875, dalla camera di Montmartre, a Parigi. In quel periodo Van Gogh lavorava presso la sede parigina della Goupil, azienda operante nel campo dell'arte contemporanea, come venditore di riproduzioni di opere d'arte. Attraverso le lettere al fratello Theo è possibile, oltre che ricostruire gran parte della sua vita, scoprirne anche la personalità, il carattere ed i sentimenti. Nelle prime lettere ci sono continui riferimenti biblici: il padre di Van Gogh era infatti un pastore calvinista e Vincent, nella prima parte della sua esistenza, aveva sperato di poterne intraprendere, un giorno, la stessa carriera. La lettera che segue mi ha colpito molto per l'affetto che emerge nei confronti del fratello e per il riferimento alla Lettera ai Filippesi (IV,8) di San Paolo ed agli insegnamenti di vita in essa contenuti.
Il consiglio che Van Gogh dà al fratello, nella prima parte della lettera, di "distruggere tutti i suoi libri" :-)), come egli stesso aveva fatto in quei giorni in segno di protesta, derivava dal disappunto per il trasferimento alla sede parigina della Goupil, che lo zio aveva stabilito pensando di aiutarlo a superare una recente delusione amorosa. L'anno precedente, infatti, a Londra, si era innamorato di Ursula Loyer, figlia della proprietaria di una piccola pensione presso la quale aveva soggiornato. Il rifiuto da parte della donna gli aveva procurato un profondo stato depressivo e di sconforto ed i familiari avevano pensato di aiutarlo allontanandolo da lei ...
Leggete! E' molto bella ...
Parigi,14 ottobre 1875
Il consiglio che Van Gogh dà al fratello, nella prima parte della lettera, di "distruggere tutti i suoi libri" :-)), come egli stesso aveva fatto in quei giorni in segno di protesta, derivava dal disappunto per il trasferimento alla sede parigina della Goupil, che lo zio aveva stabilito pensando di aiutarlo a superare una recente delusione amorosa. L'anno precedente, infatti, a Londra, si era innamorato di Ursula Loyer, figlia della proprietaria di una piccola pensione presso la quale aveva soggiornato. Il rifiuto da parte della donna gli aveva procurato un profondo stato depressivo e di sconforto ed i familiari avevano pensato di aiutarlo allontanandolo da lei ...
Leggete! E' molto bella ...
Parigi,14 ottobre 1875
Caro Theo,
eccoti di nuovo qualche riga, per rallegrare me stesso oltre che te. Ti ho consigliato di distruggere i tuoi libri e te lo consiglio ancora: vedrai, ti darà riposo. Tuttavia, bada a non diventare di mente ristretta fino a temere di leggere libri ben scritti; al contrario, la buona lettura e' un conforto alla vita. "Vi sono cose vere, oneste, giuste, belle e meritorie; pensate a queste cose per lodarle e per essere virtuosi".
Cerca la luce e la libertà e "non meditare troppo sui mali della vita". Come vorrei averti qui per poterti mostrare il Louvre e il Luxemburg! Ma penso che anche tu finirai per essere trasferito a Parigi.
Una volta, papa' mi scrisse:"Non dimenticare la storia di Icaro, che volle volare fino al sole e, dopo essere arrivato a una certa altezza, perse le ali e precipito' in mare". Anche tu sentirai spesso che noi due non siamo ancora quello che speriamo di diventare un giorno, che siamo ancora molto al di sotto di papa' e di altri, che manchiamo di stabilita', semplicità e sincerità. Non si può diventare semplici e veri in un solo giorno. Perseveriamo dunque, e "soprattutto, abbiamo pazienza; quelli che credono non si affrettano". Comunque, c'è una differenza tra il nostro desiderio di diventare veri cristiani e quello di Icaro di raggiungere il sole. Non credo ci sia alcun male nel dedicare al corpo una certa cura affinché sia relativamente forte. Bada a nutrirti bene e quando hai molta fame soddisfala. Ti assicuro che anch'io faccio spesso così e che l'ho sempre fatto in passato. Nutriti specialmente di pane, figliolo. "Il pane e' il bastone della vita" dicono gli inglesi (sebbene amino molto anche la carne e, in generale, ne consumino eccessivamente).
Scrivimi presto, raccontandomi anche della tua vita di ogni giorno. Fatti coraggio e salutami chiunque chieda di me; entro un mese o due spero che ci potremo vedere, Una forte stretta di mano.
Tuo affezionato fratello, Vincent